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    Thomas Sankara il Che Guevara africano
    pubblicato il 10/11/2014

    Ventisette anni fa, ad Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, oggi uno degli stati più poveri dell’Africa Nera, veniva assassinato, all’età di trentasette anni, il presidente e statista Thomas Sankara.

    Sankara non fu solo un uomo di stato del Burkina Faso, fu soprattutto un servitore dell’Africa intera, che aveva a cuore le sorti non solo del suo paese, ma dell’intero continente Africano.

    Sankara sfido' i potenti del mondo e disse che la politica aveva senso solo se lavorava per la felicità  dei popoli. Affermo',con il proprio esempio personale, che la politica era servizio, non potere o arricchimento personale. Sostenne le ragioni degli ultimi,dei diversi e delle donne. Denunciò lo strapotere criminale della grande finanza. Irrise le regole di un mondo fondato su di una competività che punisce sempre gli umili e che arricchisce sempre i burattinai di questa stupida arena. Urlò  che il mondo era per tutti  e che non era giusto che tanti, troppi potessero solo guardare la vita di pochi ricchi e tentar di sopravvivere. Visto come una figura carismatica e iconica della rivoluzione, è comunemente indicato come "il Che Guevara africano".

    Thomas Sankara nacque il 21 dicembre 1949 aYako, Alto Volta. Di famiglia cattolica, dopo aver frequentato il liceo, venne incoraggiato dai genitori a prendere i voti, ma a quella vita preferì la carriera militare, che lo portò in Madagascar dove ricevette una formazione da ufficiale dell'esercito

    Là fu testimone delle rivolte popolari degli anni settanta contro il presidente Philibert Tsiranana e cominciò a nutrire simpatie per la causa antimperialista, che lo portò a condividere in parte gli ideali rivoluzionari di Marx e di Lenin, dei quali lesse le opere.

    Tornato in patria, stato che allora si chiamava ancora Alto Volta, fu impegnato dal 1972 al 1974 al fronte nella guerra contro il Mali, durante le quale si distinse per le azioni eroiche e per il suo coraggio, conflitto che anni dopo definì “inutile ed ingiusto”.

    In seguito divenne noto ad Ouagadougou come chitarrista del gruppo "Tout-à-Coup Jazz".

    Nel 1976, mentre svolgeva le mansioni di comandante in un campo di addestramento, durante la presidenza del colonnello Saye Zerbo, conobbe diversi ufficiali tra cui Blaise Compaoré, con i quali fondò un’associazione segreta che prendeva il nome di ROC, acronimo francese per “Gruppo di Ufficiali Comunisti”.

    Negli anni successivi la sua brillante carriera gli consentì di avere importanti incarichi dal governo del paese, da cui spesso si dimise vedendo la corruzione che regnava nell’amministrazione dello Stato,

    Nel settembre del 1981, divenne Segretario di Stato, ma rassegnò le dimissioni il 21 aprile 1982, in disaccordo con il regime, secondo lui troppo lontano dai lavoratori.

    Dopo un colpo di Stato nel novembre 1982, che portò al potere Jean-Baptiste Ouedraogo, Sankara divenne Primo Ministro, ma venne destituito dal suo incarico e messo agli arresti domiciliari in seguito alla visita di Jean-Christophe Mitterrand, figlio dell'allora presidente francese François Mitterrand.

    L'arresto di Sankara e di altri suoi compagni causò un’ondata di contestazioni finché, il 4 agosto 1983, con un colpo di stato guidato dai suoi fedelissimi, capeggiati da Blaise Compaoré e  divenne il quinto ed ultimo presidente dell’Alto Volta all'età di 35 anni.

    Il golpe, un duro attacco alla secolare sovranità francese in quella regione, fu sostenuto economicamente dalla Libia, che era sull’orlo di un conflitto militare proprio conla Francianei territori del Ciad.

    Esattamente un anno dopo il suo insediamento, nel 1984, Sankara cambiò il nome del Paese in  Burkina Faso (nome in lingua burkinabè che significa “paese degli uomini onesti”), per sancire la definitiva rottura con il passato coloniale che aveva da sempre caratterizzato l’esistenza di quella nazione e ne divenne il primo presidente dal 1983 al 1987.

    Cambiò inoltre la bandiera e lo stemma nazionale e scrisse un nuovo inno, Une Seule Nuit.

    La sua ascesa al potere fu rapida, ed altrettanto rapidamente si mise al lavoro per attuare quelle riforme che sarebbero servite ad eliminare la povertà e modernizzare il paese rendendolo autosufficiente .
    I primi interventi furono mirati a ristabilire la sovranità dell’autorità centrale in tutte le regioni dello Stato, per questo vennero aboliti i poteri dei capi villaggio, poteri che andavano dall’esercizio di alcune forme di schiavitù fino alla possibilità di pretendere delle tasse, e sostituiti con leggi ed una fiscalità uguali in tutto il Paese. Fornì due pasti e cinque litri d'acqua al giorno a ciascun cittadino burkinabé, fornendo assistenza sanitaria e una massiccia campagna di vaccinazioni.

    Il programma politico di Sankara comprendeva soprattutto il miglioramento delle condizioni delle donne. incoraggiandole  a ribellarsi al maschilismo. 

    Vennero abolite la poligamia e la mutilazione genitale femminile, e per la prima volta, furono affidate a delle donne alcune cariche militari e di governo. Venne promossa l’istruzione di donne e bambini e incentivò la costruzione di scuole ed ospedali.

    Sankara fu inoltre uno dei primi a mettere in guardia la popolazione dai rischi dell'AIDS, invitando i compatrioti a prendere dei contraccettivi per evitare eventuali sieropositività.

    Con una campagna per la riduzione della spesa pubblica e una drastica lotta alla corruzione , tolse numerosi privilegi a politici e militari , e vendette tutte le Mercedes in dotazione ai ministri, sostituendole con le più economiche Renault 5.

    Si decurtò inoltre lo stipendio, arrivando a guadagnare 450$ al mese e molte volte fu costretto a chiedere prestiti ai familiari. Questo insieme di riforme gli inimicò le fasce più conservatrici della società, che erano però poca cosa rispetto alla massa che lo sosteneva.

    La sua ispirazione rivoluzionaria lo spinse anche a scelte coraggiose e rischiose quali l’espropriazione dei grandi latifondi per ridistribuire le terre ai contadini, decisione che in due anni portò il Paese a produrre abbastanza grano per essere autosufficiente, furono avviate una serie di grandi opere, stradali e ferroviarie, per unire il Paese. Venne eseguito un censimento generale della popolazione e si costruirono scuole ed ospedali in ogni centro abitato, perché il parere di Sankara era che una rivoluzione si fa partendo dall’istruzione del popolo. L’obiettivo era quello di insegnare a tutti un mestiere, in modo che ognuno avesse la possibilità di vivere del proprio lavoro e contribuire ad uno sviluppo futuro dello Stato, sviluppo che consentì di vaccinare contro la malaria due milioni di persone e di sconfiggere la fame che attanagliava il Paese.

    Durante un suo discorso all'ONU il 4 ottobre 1984, avanzò la richiesta di sospensione di Israele e di espulsione del Sudafrica dalle Nazioni Unite, che all'epoca deteneva in prigione Nelson Mandela.
    Inoltre fece costruire la ferrovia del Sahel, che tuttora collega Burkina Faso e Niger, la principale arteria di comunicazione del Paese, successivamente ampliata.

    Nel dicembre 1985 durante il censimento generale della popolazione burkinabé, per errore, gli addetti al censimento sconfinarono in Mali, causando l'ira dei vertici di Stato del Paese maliano, che fecero pressione su Sankara. Le ostilità sfociarono in un conflitto, noto come "Guerra di Natale", che durò cinque giorni e che causò 100 morti, perlopiù nella città di Ouahigouya, bersagliata dagli aerei militari maliani.

    Nel luglio del 1987 ci fu, ad Addis Abeba, la ventitreesima assemblea dei capi di Stato e di governo dell’Unione Africana, e lì pronunciò un celebre discorso che gli procurò l’inimicizia di tutto l’Occidente.

     « Per l'imperialismo è più importante dominarci culturalmente che militarmente. La dominazione culturale è la più flessibile, la più efficace, la meno costosa. Il nostro compito consiste nel decolonizzare la nostra mentalità. »

    Con il suo intervento Sankara espresse quelli che erano i suoi ideali ed i suoi obiettivi, suggerì l'istituzione di un nuovo fronte economico africano che si potesse contrapporre a quello europeo e statunitense e chiese a tutti i suoi colleghi dell’Unione di consumare solo prodotti africani, di produrre beni con le risorse africane, perché il loro era un continente ricco, soprattutto di materie prime, che dovevano appartenere solo a loro e a nessun altro. Per dare l’esempio mostrò i suo vestito, realizzato interamente in Burkina Faso, senza nessun bisogno di commerciare con l’Occidente. Invitò tutti i governi a non comprare più armi, perché un’arma comprata da un africano sarebbe servita solo per
    uccidere un altro africano, rafforzando le potenze imperialiste che vorrebbero dominare il continente e la sua popolazione.

    La parte principale del suo discorso, e quella che più diede fastidio all’Occidente, fu però quella dedicata al debito verso le banche e verso i Paesi più ricchi. Cercò di convincere, ma invano, gli altri capi di Stato africani a rifiutarsi di saldare i debiti con gli Stati Uniti e i paesi europei, poiché era convinto che i soldi da restituire agli altri Stati potevano essere reinvestiti in riforme sanitarie e scolastiche e perché quelli che avevano prestato soldi all’Africa erano anche la causa della sua stessa povertà, dovuta a secoli di colonialismo e sfruttamento. Quel debito verso le potenze imperialiste era colpa di quelle stesse nazioni e non degli africani che, come affermò, non erano quindi obbligati a pagarlo, perché se un povero non paga un debito ad una banca quella banca non fallisce, ma se invece lo paga il povero muore di fame.

     « Parlo in nome delle madri che nei nostri Paesi impoveriti vedono i propri figli morire di malaria o di diarrea, senza sapere dei semplici mezzi che la scienza delle multinazionali non offre loro, preferendo investire nei laboratori cosmetici o nella chirurgia plastica a beneficio del capriccio di pochi uomini e donne il cui fascino è minacciato dagli eccessi di assunzione calorica nei loro pasti, così abbondanti e regolari da dare le vertigini a noi del Sahel »

    Grazie al sistema finanziario neo colonialista occidentale l’Africa era, ed è ancora, un continente assoggettato al volere di banche e multinazionali che ne sfruttano il sottosuolo e la popolazione.
    L’ideale panafricano che aveva Sankara piacque a molti presenti all’assemblea, ma nessuno in seguito si operò per metterlo in atto, anche a causa del totale assoggettamento alle potenze estere della maggior parte dei presidenti dell’Unione Africana.

    Dopo numerosi attacchi al presidente francese Mitterand, reo di appoggiare il governo di Pieter Willem Botha in Sudafrica, dopo aver rifiutato l'appoggio militare a Charles Taylor e a tre mesi di distanza da quel discorso tenuto ad Addis Abeba, il 15 ottobre 1987, il governo di Thomas Sankara venne rovesciato con un colpo di stato franco-americano guidato dal suo ex compagno Blaise Compaoré e lui fu  giustiziato insieme ai dodici dei suoi ufficiali più fedeli.

    In poco tempo Compaoré, diventato capo del Governo, ripristinò lo status quo come desiderava la Francia, abolendo tutte le riforme fatte dal suo predecessore, accettando gli “aiuti” della Banca Mondiale e degli altri istituti di credito privati, che riportarono il Burkina Faso ad essere lo Stato suddito dell’Occidente che ancora è oggi.

    La tesi più accreditata, sostenuta da un testimone oculare, è che Sankara e Compaoré la sera dell'uccisione stessero discutendo animatamente intorno ad un tavolo, con il presidente che accusava il collaboratore di essere un traditore. Improvvisamente, Compaoré avrebbe preso il suo revolver e avrebbe sparato un colpo, mortale, al petto di Sankara, che si sarebbe accasciato senza vita sulla sedia. Compaoré ha sempre negato questa versione dei fatti, affermando inizialmente che quel giorno era malato e che ad uccidere il presidente fosse stata un'altra persona, salvo poi ritrattare, affermando che fu lui ad uccidere Sankara, ma che il colpo partì accidentalmente dalla pistola.

    Sankara venne sepolto in una tomba anonima ad Ouagadougou, tuttavia in occasione del ventennale della sua morte la tomba è stata ricostruita e abbellita dai familiari, salvo poi essere danneggiata dai miliziani pro-Compaoré. Nell’aprile 2006 il Comitato per i Diritti Umani dell’ONU, a cui si è appellato a nome della famiglia il Collettivo Giuridico della Campagna Internazionale Giustizia per Thomas Sankara (CIJS), diede ragione ai ricorrenti e ordinò allo Stato burkinabé di fare chiarezza sulla morte di Thomas Sankara, di assicurare alla famiglia una giustizia imparziale, di rettificare il suo certificato di morte, di provare il luogo della sua sepoltura, di indennizzare la famiglia per il trauma subito e di divulgare pubblicamente le decisioni del comitato.

    Tuttavia, il 21 aprile 2008 il Comitato per i Diritti Umani dell’ONU chiuse il fascicolo senza muovere ulteriori inchieste


    Tratto da: Thomas Sankara: l’uomo del Burkina Faso che voleva un’Africa liberata dagli imperialismi stranieri 



     


    Il nuovo laboratorio di robotica-educativa
    pubblicato il 09/11/2014

    Da quest’anno anche la nostra scuola inizia ufficialmente la sperimentazione e  l’utilizzo della robotica in ambito educativo e didattico estendendola a tutte le materie scientifiche dei vari indirizzi, in particolare nel percorso formativo del triennio ITIS Elettronica ed Elettrotecnica, già di per sé caratterizzato da un taglio  sistemistico nel settore dell’automazione.

    La Robotica,infatti, assieme alla Domotica è una delle scienze emergenti e raccoglie tutte le competenze necessarie alla costruzione di macchine coinvolgendo discipline come: meccanica, elettrotecnica, elettronica,  informatica e sistemi.

    Ma la robotica a scuola non solo è importante per imparare a progettare e realizzare robot ma anche e soprattutto per imparare un nuovo metodo di ragionamento e sperimentazione.

    Il profilo particolare di questa nuova scienza promuove le attitudini creative degli studenti, nonché la loro capacità di comunicazione, cooperazione e lavoro di gruppo.

    Lo studio e l'applicazione della Robotica favoriscono negli studenti un atteggiamento di interesse e di apertura anche verso le tradizionali discipline di base. Ciò  consente in alcuni casi il recupero motivazionale degli studenti. 

    Ecco perché gli insegnanti del Bartolo si sono proposti di introdurla come nuova materia caratterizzandola con dei moduli applicativi interdisciplinari nei programmi delle materie esistenti e sfruttando attivamente le tecnologie di comunicazione.

    L’Istituto Superiore Michelangelo Bartolo ha aderito anche alla rete del progetto “Scienza Ludica”, proponendosi con il suo laboratorio di robotica-educativa come scuola capofila del percorso di innovazione didattica che vuole estendere agli istituti comprensivi del territorio in collaborazione con Riccardo Niccolai, insegnante di informatica dell’istituto Fermi di Pistoia e fondatore del progetto in ambito nazionale.

    Nello specifico,  il programma del triennio Elettrotecnica ed Elettronica sta cercando da qualche anno di abbracciare queste due nuove scienze (domotica e robotica) con un approccio più professionale. Ecco perché, si sono introdotti i corsi di domotica nel settore residenziale ed agricolo e la sperimentazione con il microcontrollore Arduino a livello di realizzazione di piccoli progetti.

    E’ ovvio e consequenziale che la robotica possa completare questo percorso altamente formativo  per i nostri studenti andando ad arricchirli ulteriormente nell’esperienza laboratoriale ma soprattutto avviandoli nell’uso dei robot ad una nuova metodologia di insegnamento/apprendimento organizzato sul problem solving (soluzione di problemi ) e sul learn by doing (imparare facendo) che con la robotica ha il suo massimo espletamento).

    Nella foto, gli insegnanti S. Minardi, S. Giannitto , G. Bongiovanni e l’assistente Paolo Borgia assieme all’Ing. Pietro Alberti (della Lego Educational) alla fine del corso di formazione “ LE Academy introductory course to robotics” nel nuovo laboratorio di robotica-educativa sito nella sede di V.le Aldo Moro e di prossima inaugurazione.

     


    Allarme rientrato in Sicilia per il ciclone
    pubblicato il 08/11/2014

    Allarme rientrato in Siclia per il ciclone che venerdì sera ha sfiorato le coste dell'isola. 

    Venerdì  pomeriggio una tempesta tropicale si era formata sul canale di Sicilia, a sud di Lampedusa, e ha cominciato a dirigersi verso le coste dell'isola. L'ultima frontiera italiana è stata sferzata da venti ad oltre 56 nodi, più di cento chilometri l'ora, che hanno provocato danni a strutture ed edifici. Due barche che erano in porto sono affondate, fortunatamente senza conseguenze. Il ciclone si è poi diretto verso Malta, colpita da venti forza 9 e violente piogge, ed ha sfiorato la Sicilia sud orientale.

    Attorno alle 20 l'occhio del ciclone era a soli 50 km da Capo Passero ma la parte più esterna ha colpito la zona costiera tra Ragusa e Siracusa, con venti a 30 nodi in rinforzo. L'arrivo della tempesta ha fatto scattare l'intero sistema nazionale di protezione civile. Dalla sala operativa di Roma l'evoluzione del ciclone è stato seguito passo passo e, d'intesa con la regione Sicilia, è stata immediatamente bloccata la viabilità costiera nella zona tra le province di Ragusa e Siracusa e interdetta ogni attività all'aperto. Scattati anche i piani di sicurezza per gli impianti di Gela e di Augusta.

    Ai danni provocati dal ciclone, si sono aggiunti quelli delle piogge che hanno interessato per tutto il giorno la Sicilia: alberi divelti, capannoni e case scoperchiate, allagamenti e mareggiate. I voli per Trapani e Catania sono stati dirottati su Palermo, le Eolie sono rimaste isolate per tutto il giorno mentre a Catania si è sfiorata la tragedia: un albero è caduto pochi istanti dopo che una macchina e un pedone si erano allontanati dal punto.

    Mezza Italia intanto resta allagata, con scuole chiuse in decine di comuni del sud. 

    Il maltempo comunque dovrebbe allentare la presa nel weekend con buona parte delle regioni che torneranno a vedere il sole.

    Da lunedì poi e almeno fino a giovedì le regioni settentrionali e quelle tirreniche, quindi anche la Campania e la Calabria, verranno di nuovo raggiunte da piogge intense che in qualche caso potranno avere carattere di nubifragio. Ilmeteo.it annuncia infine «l'arrivo di una ennesima fortissima perturbazione» per il weekend prossimo.

    Crolla intanto sotto gli effetti del maltempo la produzione degli alimenti Made in Italy alla base della dieta mediterranea che fanno segnare un calo che va dal 35% per l'olio di oliva al 15% per il vino fino al 4% del grano duro destinato alla pasta, ma cala anche il raccolto di ortofrutta. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata in occasione della Giornata del ringraziamento, nella quale tradizionalmente viene fatto il bilancio agricolo dell'anno che è stato sconvolto da un andamento climatico del tutto anomalo con un conto sulle tavole italiane da 2,5 miliardi tra calo produttivo, maggiori costi per la difesa della colture e stravolgimento nei consumi.

    Se la vendemmia - sottolinea la Coldiretti - rischia di classificarsi come la più scarsa dal 1950, con una produzione di vino Made in Italy che potrebbe scendere fino a 41 milioni di ettolitri, la produzione italiana di olio di oliva è crollata attorno alle 300mila tonnellate. «È allarme - continua la Coldiretti - anche per la produzione italiana di pasta a causa dell'eccessiva dipendenza dell'industria nazionale per l'acquisto di grano duro dall'estero da dove arriva circa il 40% del fabbisogno perchè non si è avuta la lungimiranza di investire sull'agricoltura nazionale».

     


    Il mini-ciclone si sta allontanando dalla Sicilia
    pubblicato il 07/11/2014

    7/11/2014 - Ore 17:15 Il mini-ciclone si sta spostando verso est e sembra che si  stia allontanando dalla Sicilia, ma lascia la sua coda di nuvolosità e piogge che ancora stazionano sul Sud del Paese.
    Dall'immagine del radar della Protezione Civile si vedono le piogge che ancora lambiscono le coste ioniche dell'Italia.

     

     


    Allerta Meteo - Un ciclone in arrivo
    pubblicato il 07/11/2014

    7/11/2014 -Ore 16.11 Un ciclone di tipo tropicale potrebbe abbattersi nel tardo pomeriggio sulle coste siciliane, anche se la traiettoria del fenomeno "non è esattamente prevedibile". Il Dipartimento della Protezione Civile e la regione Sicilia stanno dunque attivando tutte le misure per ridurre i rischi, anche interrompendo le attività all'aperto.

    Il ciclone, sostiene il Dipartimento della Protezione Civile, si è già formato sullo stretto di Sicilia, il suo centro si trova attualmente sull'isola di Linosa e si sta spostando nel Mediterraneo seguendo una traiettoria verso le coste siciliane.

    Nonostante non sia possibile indicare con certezza dove impatterà il ciclone, l'attuale movimento indica che la parte settentrionale della perturbazione potrebbe interessare nel tardo pomeriggio la fascia costiera delle province di Siracusa, Ragusa e Caltanissetta, con un possibile parziale coinvolgimento anche di quelle di Agrigento e Catania. L'intensità, sottolinea ancora la Protezione Civile, sarà variabile in funzione della traiettoria e della parte del ciclone che effettivamente impatterà al suolo. La tempesta è caratterizzata da venti violenti con intensità di uragano che provocano condizioni di mare proibitive e mareggiate lungo la costa di particolare gravità. A questo può aggiungersi anche un brusco innalzamento del livello del mare. Una volta toccata la terraferma, il ciclone tende a perdere forza.

    Sulla base delle previsioni che, ribadisce il Dipartimento, "restano incerte su traiettoria e tempi di evoluzione", la protezione civile e la Regione hanno attivato il sistema nazionale per adottare tutte le misure preventive necessarie a ridurre il rischio. In particolare, si sta provvedendo ad interdire la viabilità costiera, interrompere tutte le attività all'aperto, garantire la sicurezza del traffico in porti e aeroporti e delle attività negli impianti industriali e delle reti di servizio. Sono inoltre state rafforzate le misure per l'eventuale risposta all'emergenza e, contemporaneamente, l'informazione alla popolazione.

    La Protezione civile spiega


    Dal Dipartimento regionale della Protezione civile, Marinella Panebianco, spiega: "Dal 4 novembre fungiamo da centro funzionale decentrato per la Sicilia e ci occupiamo delle criticità idrogeologiche e idrauliche, mentre il servizio di allerta meteo non è stato ancora attivato nell'Isola. Per questo l'allerta meteo è basata sulle previsioni realizzate dall'Aeronautica militare che fa capo alla Protezione civile nazionale. Noi ci limitiamo ad emanare l'allerta mentre la fase operativa, cioè l'attuazione di piani di Protezione civile, compete ai sindaci o ai presidenti delle ex Province. La previsione, però, resta una previsione e da qualche anno non sono sempre attendibili al cento per cento. Su questo aspetto possiamo far poco o nulla. Se un Comune è sicuro dal punto di vista idrogeologico - conclude la Panebianco - non c'è alcun pericolo, tant'è che i sindaci di alcuni centri hanno deciso se chiudere o meno le scuole soltanto questa mattina".

     


    Rinvio consigli di classe
    pubblicato il 06/11/2014

    consiglioSi avvisano i docenti interessati che a seguito dell'allerta meteo le convocazioni dei consigli di classe di oggi 6 novembre e di domani 7 nov. sono rinviati, rispettivamente a mercoledi 12 e giovedì 13 novembre alla stessa ora.

     


    Continua Allerta Meteo
    pubblicato il 06/11/2014

    Anche domani 7-11-2014 scuole chiuse a Pachino e in tantissimi comuni italiani.

    Il Dipartimento regionale della Protezione Civile ha diffuso un allerta meteo con allarme rosso dalla mezzanotte di oggi e per la giornata di domani per il rischio idrogeologico in diverse provincie della Sicilia tra cui quella di Siracusa. Si prevedono precipitazioni diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, sulla Sicilia occidentale ed orientale, con quantitativi cumulati elevati o molto elevati. Si prevedono inoltre forti raffiche di vento, in intensificazione fino alla burrasca forte, con possibili mareggiate lungo le coste interessate.

    A seguito di ordinanza del sig. Sindaco del Comune di Pachino, le scuole di ogni ordine e grado resteranno chiuse anche nella giornata di domani 07/11/2014



    Caduta di alberi a Catania (Piazza Alcalà)

     


    Siracusa presenta a Londra gli spettacoli classici e la lirica al teatro greco
    pubblicato il 06/11/2014

    Londra – Il cinquantunesimo ciclo delle Rappresentazioni classiche e il cartellone lirico, con la nuova produzione di “Turandot”, saranno gli eventi più importanti della stagione 2015 a Siracusa. La presentazione è avvenuta stamattina, con una conferenza stampa, in un contesto di dimensione internazionale come può essere il World travel market di Londra, una delle più importanti rassegne sul turismo al mondo.

    All’incontro con i giornalisti hanno partecipato il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, presidente, tra l’altro, della Fondazione Inda, Francesco Italia, assessore comunale alle Politiche Culturali e al Turismo, Alessandro Rais, direttore dell’assessorato regionale al Turismo, Enrico Castiglione, direttore artistico della Fondazione Festival Euro Mediterraneo, e Sebastiano Bongiovanni, presidente di Siracusa Turismo.

    Il calendario 2015, allestito dalla Fondazione Inda, vedrà succedersi al Teatro Greco di Siracusa, dal 15 maggio al 28 giugno, la messinscena di “Supplici” di Eschilo, “Ifigenia in Aulide” di Euripide, “Medea” di Seneca. La rassegna rappresenta un unicum nel panorama internazionale e, negli anni, ha portato Siracusa a essere uno dei maggiori centri di cultura del mondo classico e meta tra le più ambite per i cultori di teatro all’aperto.

    Il Festival Euro Mediterraneo nella prossima estate proporrà due nuove produzioni: “Turandot” di Giacomo Puccini, firmata da Enrico Castiglione, e “Norma” di Vincenzo Bellini in co-produzione con il Festival Belliniano di Catania. Il Festival Euro Mediterraneo ha ottenuto un grandissimo successo la scorsa estate a Siracusa con la produzione di “Aida” di Giuseppe Verdi, andata in scena al Teatro Greco con la regia e le scene di Enrico Castiglione e i costumi di Sonia Cammarata. “Turandot” andrà in scena l’11 luglio e sarà trasmessa in diretta televisiva via satellite per poi diventare un dvd e blu-ray.

    «Tragedia classica e opera lirica nell’incredibile Teatro Greco, il più grande del genere giunto fino a noi a 2.500 anni dalla sua costruzione – ha dichiarato il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo – rappresentano un’offerta di altissimo livello e fanno di Siracusa,  già  apprezzata  città  d’arte,  una  delle  principali  mete  per  il  turismo culturale europeo. Siracusa nel 2014 è stata la città italiana con il più alto incremento di visitatori, questo anche grazie alla risonanza avuta dalle Rappresentazioni classiche (oltre 115 mila spettatori con un incasso che ha superato i 3 milioni di euro) e dal cartellone lirico. La messinscena delle tragedie classiche è un impegno corale, che coinvolge oltre 500 persone, compresi gli allievi dell’Accademia d’arte del dramma antico “Giusto Monaco”, fiore all’occhiello e vanto della Fondazione. Siamo già pienamente al lavoro per preparare la nuova stagione con l’obiettivo di migliorare ulteriormente, perché le Rappresentazioni oltre a costituire l’identità di Siracusa sono anche un incredibile volano economico».

    «Mi piace sottolineare – sostiene Francesco Italia, vicesindaco e assessore alle Politiche Culturali e al Turismo – come il ciclo di spettacoli classici sia una manifestazione interamente made in Siracusa. Il Teatro greco è un patrimonio non solo delle città ma di tutta l’umanità, e a partire dall’anno scorso abbiamo scelto di valorizzarlo non solo attraverso gli spettacoli classici ma anche con il Festival Euro Mediterraneo, lasciando spazio alla lirica e al balletto. Una scelta che si è dimostrata vincente e che ripeteremo già nel 2015 e nei prossimi anni».

    «L’Aida che ho avuto il privilegio di mettere in scena quest’estate al Teatro Greco – ha dichiarato Enrico Castiglione –ha avuto un successo di pubblico e di stampa così travolgente che già c’è grande attesa per i nostri nuovi allestimenti operistici, avviando finalmente il Teatro Greco ad una vera e propria stagione estiva per la lirica, la danza e la musica d’eccellenza, tanto che l’intero settore turistico ci chiede già i programmi dei prossimi anni certi di consolidare la stagione come un appuntamento fisso e ricorrente: una grande opportunità per la Città di Siracusa e per l’intero territorio della Sicilia, che ci riempie di entusiasmo».

    Dalla REDAZIONE di freejournal.it

     


    Allerta Meteo. Domani scuole chiuse.
    pubblicato il 05/11/2014

    Attese piogge torrenziali e violenti temporali nelle prossime ore in tutta la Sicilia orientale!

    Domani 6/11/2014,  per precauzione rimarranno chiuse le scuole di ogni ordine e grado anche nella provincia di Siracusa. Il picco della precipitazione si avrà nel primo pomeriggio ma la situazione metereologica è in continua evoluzione e così il Dipartimento Regionale della Protezione Civile, ha diramato lo stato di allerta meteo per la giornata di domani. Dal livello arancione si passa a “criticità rossa” nella Sicilia orientale, nelle province di Messina, Catania, Ragusa e Siracusa.

    La criticità rossa, secondo la Protezione Civile, può prevedere “Ingenti ed estesi danni ad edifici e centri abitati, alle attività agricole e agli insediamenti civili e industriali, sia prossimali sia distanti dai corsi d’acqua, o coinvolti da frane o da colate rapide. Ingenti ed estesi danni o distruzione di infrastrutture (rilevati ferroviari o stradali, opere di contenimento, regimazione o di attraversamento dei corsi d’acqua). Ingenti danni a beni e servizi. Grave pericolo per la pubblica incolumità/possibili perdite di vite umane“.

    Dopo la giornata di oggi, che ha visto abbattersi sulla provincia di Catania una tromba d'aria che ha causato danni ingenti, anche per domani quindi si prevede una giornata da bollino nero.

     


     
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