Scritto da Proff.sse Maria Cutrona e Rosaria Morana 18/01/2017 | |
Totale Visite: 7080 | |
| |
Si è tenuto a Salerno, presso la moderna sala conferenze del Grand Hotel , nei giorni 1, 2 e 3 Dicembre, il convegno organizzato dalla Erickson avente come tema “Educazione e didattica”. Da sempre i convegni Erickson propongono nuove idee di cultura, di scuola e soprattutto mirano ad intessere la trama fitta e condivisa di un pensiero inclusivo. I primi convegni nascono nel 1997 sull’onda del post 104 – la legge quadro relativa alla disabilità , si passa quindi all’idea di piena integrazione , la Scuola successivamente mette in atto un consapevole passaggio dall’integrazione alle infinite varietà delle differenze umane (passando dagli alunni Dsa, ai Bes, a quelli con storie , lingue e culture diverse ). Alla plenaria pomeridiana che ospita insegnanti , educatori , psicologi , pedagogisti ecc. si attende l’arrivo dell’illustre relatore Dario Ianes , da anni impegnato nella ricerca di forme didattiche nuove che mirano a far cambiare profondamente la scuola rendendola motore attivo di inclusione e trasformazione sociale egualitaria . Il professore pone al centro dei suoi studi la diffusione di una cultura di rafforzamento dei valori solidaristici e di sensibilizzazione sui valori delle differenza, dell’equità e dell’accoglienza . Ianes , purtroppo , non raggiunge la sala, ma invia agli ospiti un video in cui illustra le tre parole chiavi per la valorizzazione delle differenze ovvero CONOSCERE, RICERCARE E VALORIZZARE. Il suo messaggio è chiaro bisogna volere le pari opportunità e ciò significa soprattutto avere un’anima culturale capace di accettare con un atteggiamento di apertura le soluzioni originali, divergenti che provengono dall’eterogeneità del gruppo classe , le procedure rigide sono poco funzionali , Ianes e il suo discepolo Zambotti evidenziano l’importanza dell’ UNIVERSAL Design for learning ovvero la pluralità dei materiali e l’uso di una didattica metacognitiva. Il giovane Zambotti segue il cammino del grande maestro e avvia un’analisi attenta delle problematiche legate ad una scarsa sensibilizzazione in materia di didattica inclusiva. All’intervento di Zambotti segue , come da scaletta , quello di A. Pellai , ricercatore presso il Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università degli studi di Milano, voce autorevole nel campo della psicoanalisi , autore di numerosi volumi sull’educazione . A. Pellai conduce corsi di formazione per genitori e docenti ed nel suo intervento evidenzia gli aspetti dell’educazione affettivo-emotiva dei nativi digitali . Risulta forte soprattutto nei bambini l’impatto della tecnologia , essa entra precocemente nella loro vita creando una complessità di ripercussioni sul loro assetto emotivo , lasciando molte volte impreparati gli adulti che rispondono ai disagi in modo maldestro , facendo accrescere uno stato di “anafalbetismo” emotivo. Pellai ricorda a tutti noi educatori e genitori che per una sana relazione è di cruciale importanza fornire strumenti di conoscenza ed analisi . Il tema dell’approccio cognitivo viene ampiamente argomentato da C. Ricci , direttore dell’Istituto Walden di Roma , docente presso la Pontificia Università Salesiana di Roma , autore di numerosi volumi e presidente della Lega Filo D’oro . L’autore mette in evidenza quanto l’aspetto cognitivo sia spesso compromesso dai cosidetti “Distructor dell’inclusione” , la scuola , intesa come istituzione adibita alla costruzione sociale , si trova impreparata a gestire problematiche comportamentali difficili (es . atteggiamenti aggressivi ) che rispondono ad uno schema funzionale complesso , occorre adottare la strategia del rinforzo cercando il più possibile di essere coerenti e alleati . Sempre sulla tematica delle relazioni e dell’educazione “moderna” dedica ampio spazio il “coinvolgente” Dott. Maiolo che , nel suo intenso intervento di plenaria , induce molti dei presenti a seguire il Workshop pomeridiano . Le sue parole vanno dritte al cuore di chi ha figli, di chi opera giornalmente con le giovani generazioni e chi , come gran parte degli adulti vive il disagio relazionale del “nuovo adolescente” apparentemente più lontano dal mondo dei grandi . Come far convivere in maniera sana questi due universi ? Come dialogare con i figli senza ricorrere al litigio ? Come realizzare dei progetti educativi tenendo conto delle diverse esigenze ? Come sanare le crisi relazionali delle famiglie ? Domande complesse e risposte non sempre facili , educare rimane il compito più difficile . La famiglia , spiega il Dott.re Maiolo , negli ultimi trent’anni è radicalmente cambiata e risulta difficile parlare di un solo modello ma rimane comunque “il nucleo fontamandale della società” , qualunque sia la struttura di famiglia in cui si vive , le relazioni sono importanti per la crescita degli individui che la compongono , in particolare per i figli . E’ il modo con cui esse si sviluppano produce benessere o disagio. È importante riflettere sugli strumenti utili per intervenire nelle situazioni difficili avvalendosi della “negoziazione” , ovvero l’arte del saper sviluppare all’interno di un sistema educativo abilità e tecniche per migliorare e favorire la comunicazione . Saper “negoziare” , non vuol dire rinunciare a fornire regole e limiti, né trasformare in un “parlamentino” la realtà educativa , ma vuol dire sviluppare buone relazioni e accrescere la capacità di trovare soluzioni insieme individuando obiettivi comuni. La negoziazione deve diventare il cuore dell’interazione umana , ormai è inutile aspettarsi che i giovani si arrendono all’autorità genitoriale e obbediscano su due piedi . E’ opportuno che il ragazzo abbia una spiegazione , illustri le sue ragioni e trovi con il genitore o l’educatore un punto di incontro che non sia umiliante . Il termine educare , dal latino ex ducere , ovvero condurre fuori , è in linea con il senso della nuova democrazia educativa e coerente al principio che impone ai genitori di educare i figli tenendo conto delle loro inclinazioni. Nell’arte della negoziazione e nelle trattative più difficili, bisogna mettere il cuore e far entrare le emozioni , perché la sensibilità emotiva (la capacità di entrare in sintonia con l’interlocutore) è il primo concetto chiave della “ connessione umana” . Occorre, per riuscire in una fattiva negoziazione, fare alleanze e tirare la corda , trattare attraverso contatti diplomatici cercando un compromesso sviluppando capacità di autorevolezza e di resilienza superando le ansie e le paure che spesso impediscono di mantenere il controllo educativo. I nostri appunti e le nostre riflessioni finiscono in un concetto sintetico con il quale tutti i relatori presenti puntano le loro osservazioni e le loro ricerche , non esistono ricette per educare , genitori o educatori non si nasce ma si diventa ed è chiaro che in una società complessa , come quella moderna, non sia facile trovare un “ponte educativo” capace di risolvere contrasti e paure , ma il “trasferire” dal tu all’io , il saper ascoltare senza la fretta di arrivare alle conclusioni , “connettersi” con il linguaggio dell’altro e trovare una sintonia sono i prerequisiti basilari che permettono di far cambiare posizioni e non prevaricare sull’altro . Appare doveroso ricordare, vista la sua recente scomparsa, Zygmunt Bauman (grande pensatore sociologo della modernità ) , il quale nel Il suo libro Conversazioni sull’educazione (Erickson), affronta le questioni che riguardono il tema dell’educazione. Il testo nasce da un’intervista fatta da Riccardo Mazzeo, dirigente editoriale e intellettuale, al sociologo. Che ruolo devono assumere oggi gli educatori in un mondo così complesso e difficile? Che spazio c’è per quest’attività così importante per il nostro futuro nella “società liquida”? La paura e l’ansia sono i due sentimenti più diffusi tra i giovani, ma anche tra gli adulti che dovrebbero istruirli e educarli. Il teorico sociale risponde articolando prospettive ampie, facendo esempi, discutendo aspetti del contemporaneo, e persino, a volte, tracciando traiettorie tutte sue, differenti dalle interrogazioni di Mazzeo. Il libro è pubblicato dalla Erickson di Trento, una casa editrice che ha proprio al centro della sua missione culturale e civile i temi educativi, la formazione, le scienze psicologiche, la pedagogia, i bambini e gli adolescenti. Un grazie a tutti i ricercatori del gruppo Erickson per gli innumerevoli strumenti “educativi” che ci hanno fornito , un ringraziamento al nostro Dirigente , che ha creduto nell’iniziativa e ci ha permesso di partecipare , accogliendo con entusiasmo la nostra richiesta . |
Diffondi la notizia, condividi con i tuoi amici!