Scritto da Prof.ssa Chiara Morana 28/10/2016 |
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La Basilicata, location del Festival della Filosofia in Magna Grecia, ha ospitato circa mille studenti provenienti dal Mezzogiorno d’Italia, dall’11 al 14 ottobre tra Metaponto, Matera e Miglionico per rivivere il tema dell’ “Uno verso” che ha impegnato anche i liceali del Michelangelo Bartolo nel ripercorrere l’unità originaria dalla quale derivano i numeri, partendo dall’area archeologica di Metaponto dove la scuola pitagorica dall’En sviluppò il concetto di monade. Nella “Città dei Sassi” è stata ambientata la passeggiata filosofica nel corso della quale gli studenti hanno assaporato il divenire storico dell’Uno attraverso l’incontro con il neoplatonico Plotino che distingue la monade dall’Uno assoluto del quale essa costituisce il principio di limitazione intelligibile, per poi imbattersi in Giordano Bruno che fa delle monadi le parti componenti minime dei corpi e ciò che ne definisce la struttura di una matematica logica; fino alla monodologia di Leibniz dove l’universo è concepito come un armonioso concatenamento di percezioni. La passeggiata si snoda tra il Sasso Caveoso e il Sasso Barisano con al centro la Civita, un’ampia area abbellita tra il Quattrocento e il Cinquecento di palazzi, monumenti e chiese e proprio la chiesa di san Pietro Barisano ospita per l’occasione del festival la messa in scena del processo a carico di Baruch Spinoza, consumatosi nel 1656 con la scomunica pronunciata dagli ebrei seferditi, perché colpevole di avere compiuto una radicale razionalizzazione del Dio biblico, potenza e produttività infinita, intesa come causalità necessaria e immanente; dove tutto proviene da Dio con la stessa necessità con cui la conclusione di un teorema matematico deriva dalle premesse, per poi esprimersi nelle leggi della natura e della storia. La storia di una città che divenne negli anni ’50 del XX secolo “vergogna nazionale” in seguito alla pubblicazione dell’opera di Carlo Levi “Cristo si è fermato a Eboli”, scritto in cui l’autore piemontese catturò e rese note le condizioni igienico-sanitarie della popolazione dei Sassi e il valore della civiltà contadina. Un lungo e travagliato iter parlamentare fatto d’inchieste, approdò nel 1986 alla conservazione e al recupero architettonico ambientale delle antiche case-grotta, attraverso la riqualificazione urbanistica dell’anima rocciosa di Matera eletta capitale europea della cultura 2019.
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