Trasformazione
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  la storia
Per trasformazione s'intende l'incontro e la ricombinazione dentro una cellula ricevente DNA libero.                              La trasformazione  avviene in natura, ma può essere praticata in vitro con metodiche un po' diverse da quelle naturali. Una cellula batterica capace di assimilare DNA libero, dall'ambiente o da un terreno di coltura a cui è stato aggiunto, è detta "competente"

 Non tutte le cellule batteriche sono competenti e non sempre lo sono anche quelle competenti.

In natura, in un ambiente qualunque, esiste DNA diffuso derivato dai processi degenerativi che coinvolgono gli organismi, in quantità superiore a quello che ci si potrebbe aspettare.

Se una cellula batterica, che si trova in un ambiente contenente questo DNA libero, attraversa una fase di competenza, essa può entrare in relazione con esso e può riceverlo.

Il DNA non viene ricevuto come doppia elica, ma, solo dopo che alcuni enzimi, le Nucleasi, rompono e digeriscono uno dei filamenti(non ha importanza quale)l'altro riesce ad entrare. A questo punto è necessario che il filamento entrato sia protetto da molecole che possono inattivarlo, renderlo inidoneo alla ricombinazione o ancora peggio distruggerlo.

Le fasi della trasformazione:

il DNA libero si lega alla cellula competente ma può essere ancora staccato;
dopo qualche minuto il DNA viene assorbito in modo irreversibile;
segue un periodo di eclisse     (5 minuti) duranti il quale il donatore perde le sue capacità trasformanti;
avviene l'integrazione con il genoma della cellula ricevente attraverso il meccanismo della ricombinazione;
si ha l'espressione fenotipica dei caratteri codificati nella sequenza incorporata e la trasmissione del DNA trasformato alle cellule figlie.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Fu l'esperimento condotto da Griffith nel 1928 che portò alla scoperta della trasformazione batterica. Egli stava studiando le modalità di trasmissione di infezione delle cavie con dei ceppi batterici di "Streptococcus Pneumoniae". Questo può presentare due varianti: il ceppo "S" capsulato, virulento e che dava luogo a colonie liscie ed il ceppo"R" non capsulato, non letale e che si presentava con colonie rugose. Griffith, dopo avere ucciso i batteri "S" al calore,  li incubò con batteri "R" vivi ed, iniettando il tutto nelle cavie, si accorse che queste morivano.

Che cosa era successo?

Era accaduto che i batteri non letali si erano trasfomati. Griffith non riuscì, però, ad individuare il fattore trasformante.

Fu Avery che nel 1944 identificò nel DNA l'agente trasformante. Egli continuò l'esperimenyto di Griffith, incubando cellue "R" vive separatamente con le varie componenti organiche cellulari estratte dai batteri "S" uccisi (glucidi, lipidi, RNA, proteine e DNA) e solo nelle colture con DNA ottenne le trasformazione dei batteri "R".

 

 


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